IL NUOVO CODICE DELLA STRADA, FRA STUPEFACENTI, PSICOFARMACI, ANALGESICI, GIP DI PORDENONE E CORTE COSTITUZIONALE

22.04.2025
disclaimer: l'immagine è puramente illustrativa
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A CURA DELL'AVV.MICHELEALFREDO CHIARIELLO

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INDICE

1) INTRODUZIONE;

2) IL FATTO;

3) L'ORDINANZA DEL GIP DI PORDENONE;

4) CONCLUSIONI.-

Hai fretta? Andiamo dritti al sodo

🚗 Con la riforma del CdS, non serve più dimostrare lo stato di alterazione psicofisica alla guida: è sufficiente risultare positivi a un test tossicologico, anche se l'assunzione è remota e non incide sulla lucidità o sulle capacità di guida. Il principio di offensività viene messo da parte in nome dell'automatismo.

🧪 Il caso concreto: positiva, ma lucida.
Una donna, coinvolta in un sinistro, risultava positiva agli oppiacei nelle urine ma negativa nel sangue e clinicamente inalterata. Nonostante ciò, il P.M. ha chiesto un decreto penale di condanna, fondando la responsabilità sul solo dato chimico, senza nesso con la guida.

⚖️ La Consulta è chiamata a fare chiarezza.
Il GIP di Pordenone ha rimesso la questione alla Corte costituzionale, sollevando dubbi di legittimità: può davvero il diritto penale punire una condotta non pericolosa né sintomatica, basandosi solo su tracce biologiche ex post? La risposta, secondo l'autore, è chiara: no
.


[1] INTRODUZI0NE

La riformulazione del Codice della Strada ha riscritto le regole del gioco: oggi, per essere ritenuto responsabile della condotta di guida in stato di ebbrezza, basta un test positivo a sostanza vietate, venendo meno il contestuale stato di alterazione psico/fisica.-

Poco rileva se l'assunzione risale a due giorni prima, ad una sera con amici oppure ad un banale trattamento farmacologico a base di cannabinoidi, regolarmente prescritti.-

E poco importa se nel frattempo hai dormito otto ore, fatto una maratona o semplicemente sei tornato sobrio, cioè che conta è il risultato del test al momento in cui viene effettuato, anche sei in perfetta forma e sei in macchina con tua nonna e procedi al di sotto del limite di velocità, facendoti sorpassare, finanche, dai pedoni.-

Con buona pace del principio di offensività, dell'art. 27 della Costituzione, e della logica giuridica.-

[2] IL FATTO

Una donna, alla guida del proprio veicolo, rimaneva coinvolta in un sinistro stradale a seguito di un impatto con un'altra autovettura. Trasportata presso l'ospedale di Pordenone per gli accertamenti del caso, la conducente riferiva spontaneamente di aver assunto, subito dopo il sinistro, tre gocce del farmaco ansiolitico EN (contenente il principio attivo delorazepam) e di assumere abitualmente Tachidol, un analgesico a base di codeina, prescritto per il trattamento di una patologia cronica. In assenza di evidenti sintomi di alterazione psico-fisica, venivano comunque disposte analisi tossicologiche. L'esame su campione urinario evidenziava una positività agli oppiacei, con un valore pari a 516 µg/l, mentre le analisi su sangue davano esito negativo.-

N.B. gli esami sulle urine permettono di rilevare tracce di sostanze stupefacenti anche a distanza di giorni o settimane dall'assunzione, senza tuttavia attestare l'attualità o l'effettiva incidenza farmacologica al momento del fatto. Diversamente, i test ematici offrono una fotografia più immediata, poiché consentono di individuare la presenza attiva delle sostanze solo entro un intervallo di 24/72 ore dall'assunzione.-

Nel caso concreto, la positività riscontrata nelle urine risultava dunque compatibile con un'assunzione avvenuta certamente in un momento antecedente rispetto al momento del sinistro.-

Nonostante ciò, il Pubblico Ministero, stante la normativa in vigore, procedeva a formulare richiesta di emissione di decreto penale di condanna[1], sottolineando, però, come la nuova formulazione presti a gravi censure di legittimità costituzionale, in particolare nella parte in cui prescinde da qualsiasi verifica sull'effettiva incidenza della sostanza sulla capacità di guida.-

[3] L'ORDINANZA DEL GIP DI PORDENONE

La questione ruota tutta attorno a un nodo fondamentale: può davvero ritenersi penalmente responsabile – come nel caso di specie – chi, in seguito ad un sinistro stradale, risulti positivo a sostanze stupefacenti magari assunti giorni prima (o persino a principi farmacologici regolarmente prescritte), pur essendo perfettamente lucido, reattivo e in pieno controllo del veicolo al momento della guida?

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone ha deciso di sollevare questione di legittimità costituzionale[2] della norma riformata, ritenendola lesiva di principi fondamentali del nostro ordinamento, nella parte in cui ritiene penalmente rilevante la mera positività a sostanze stupefacenti, anche in assenza di alterazione psicofisica e pericolo concreto per la circolazione-

In altri termini, viene punito non chi guida in stato di alterazione, ma chi è risultato positivo a un test effettuato anche ore o giorni dopo, a prescindere da qualunque accertamento sui suoi riflessi o sulla sua idoneità alla guida.-

[4] CONCLUSIONI

Il caso di Pordenone ci impone una riflessione più ampia: può lo Stato punire retroattivamente una condotta che, al momento in cui è stata posta in essere, non era né pericolosa né sintomatica? Può farlo sulla base di un esame svolto ore o giorni dopo, senza alcuna connessione certa con l'incidente o la guida?

La risposta – senza timore reverenziale – dovrebbe essere no.-


NOTE

[1] 📌 Cos'è il decreto penale di condanna?
Il decreto penale di condanna è una forma di definizione rapida del procedimento penale, disciplinata dagli articoli 459 e ss. del Codice di procedura penale. Consente al Pubblico Ministero, nei casi in cui ritenga sufficienti le prove raccolte, di chiedere al Giudice l'applicazione di una pena pecuniaria (ammenda o multa), eventualmente sostituita con lavori di pubblica utilità o libertà controllata, senza instaurare un processo ordinario.
Il decreto viene emesso inaudita altera parte, cioè senza contraddittorio con l'imputato, il quale però ha facoltà di opporsi entro 15 giorni dalla notifica, ottenendo così la celebrazione di un giudizio ordinario o, se del caso, di un procedimento con rito alternativo.

[2] 📌 Cos'è la rimessione alla Corte costituzionale?
La rimessione alla Corte costituzionale è l'atto con cui un giudice – nel corso di un processo – solleva una questione di legittimità costituzionale su una norma di legge che deve applicare per decidere il caso, ma che ritiene in contrasto con uno o più articoli della Costituzione.
Affinché la Corte possa pronunciarsi, la questione deve essere:

  • Rilevante, cioè determinante per la decisione della causa concreta;
  • Non manifestamente infondata, ossia fondata su argomentazioni giuridiche serie e coerenti.

Il giudice non decide da sé se la norma è incostituzionale: sospende il processo e trasmette gli atti alla Corte costituzionale, che ha il compito esclusivo di verificare la compatibilità della legge con i principi fondamentali dell'ordinamento.
Se la Corte accoglie la questione, la norma viene dichiarata incostituzionale ed espunta dall'ordinamento. Se invece la rigetta, la norma resta in vigore e deve essere applicata.

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